Inaugurazione della lapide in memoria del M° Raia

Pasquale Raia nasce a Somma Vesuviana in via Trivio il 25 maggio 1907.
Il padre, Gaetano, di umile condizione si guadagnava la vita facendo il cocchiere, mentre la madre, Giuseppa Marotta, casalinga, accudiva ai sei figli, Domenico, Andrea, Gennaro, Antonio e Gerardina e il nostro Pasquale.
Pasquale era un ragazzetto dolce e gioviale dagli occhi pieni di malinconia e seguiva il padre durante il modesto lavoro di cocchiere e proprio per questo ebbe modo di incontrare spesso il maestro Romaniello sulla traballante carrozza sull’accidentato percorso dal Casamale alla locale stazione della Circumvesuviana mediante la quale si raggiungeva Napoli.
I due si ritrovavano spesso anche in casa del maestro e in queste occasioni le curiosità musicali del ragazzo erano ben accolte e soddisfatte; Pasquale assisteva alle sue lezioni musicali pomeridiane e cominciò a leggere le note musicali e a solfeggiare senza alcuna precedente esperienza.
Pasquale, frequentando la casa del maestro ebbe modo di conoscere la giovane Elena D’Ambrosio (1903- 1952), figlia della balia di casa Romaniello, sua futura moglie.
Spinto dal maestro, l’intelligente ragazzo lo seguì come allievo interno nel più severo Conservatorio d’Italia, il S. Pietro a Majella, dove lo stesso era titolare della Scuola di Pianoforte.
A Napoli Pasquale iniziò a frequentare la classe di Tromba e Trombone ed essendosi fatto notare per la sua capacità e disponibilità, fu invitato a partecipare ad alcuni concerti privati.
L’ambiente napoletano era molto diverso da quello chiuso e conservatore di Somma e, inoltre, la vita studentesca nella città offriva innumerevoli occasioni per poter dare sfogo alle curiosità musicali del giovane.
Nell’anno scolastico 1926/27 Pasquale Raia conseguì il diploma di Licenza Superiore e di Magistero in Tromba con il professor Buonomo Carmine.
Come premio finale del corso di studi brillantemente compiuti suonò in piazza Plebiscito con l’Orchestra del Teatro di San Carlo in onore del principe Umberto di Savoia, presente a Napoli.
Intascato il diploma, partì per il servizio militare nel 1928.
Durante questo periodo, come Prima Tromba fu impegnato nella Banda Presidiaria del Corpo d’Armata di Napoli, sotto la direzione del maestro direttore Gennaro Ferraro.
Nel 1929 si perfezionò privatamente in Strumentazione e Direzione di Banda, ciò completò la personalità musicale del giovane ventiduenne dandogli grande risonanza nell’ambiente musicale.
Nel periodo storico considerato la figura del direttore di Banda aveva un ruolo di primissimo piano, soprattutto nei piccoli centri e per Pasquale Raia era giunto il momento di coronare degnamente uno dei suoi sogni più ambiti: l’istituzione nel proprio paese della banda cittadina che durò fino al primo decennio del XX secolo.
Unitamente, per l’esatto adempimento dell’istruzione dei giovani apprendisti, fu istituita una scuola di musica.
Era l’epoca del furore artistico delle bande meridionali, dirette da grandi e appassionati maestri.
In questo clima il maestro Raia, visto il successo sempre crescente del corpo musicale di Somma Vesuviana, iscritto alla locale Sezione del Dopolavoro e già diretto da lui, istituì la “Grande Banda Somma Vesuviana”, assicurandosi la copertura di valenti solisti, scelti tra i migliori delle regioni meridionali d’Italia.
Tra questi spiccavano i maestri Luigi Ferro (clarinetto solista), Raffaele Veneruso (flicorno sopranino), Rodolfo D’Ambrosio (flicorno tenore) e Aniello Alterio (flicorno baritono).
Costantemente la banda cresceva d’ importanza e capacità, diventando una delle migliori della zona ottenendo qualificate richieste anche all’esterno di Somma. Il 1° luglio 1939 Pasquale sposa Elena D’Ambrosio.
In tale periodo era evidente l’antagonismo tra le due bande musicali. Una cosa è certa: Enrico Cecere e Pasquale Raia sono stati due personaggi fondamentali per lo sviluppo storico della musica locale.
Conclusa la guerra, negli anni 1947/1948, la grande passione per la musica inizialmente lo spinse a collaborare con la direzione artistica della Banda Città di Sarno.
Nel suo paese invece ricrea una banda di un più ristretto numero di elementi, rispetto ai cinquantacinque del periodo prebellico, utilizzati unicamente per le manifestazioni locali, provvedendo personalmente all’istruzione musicale degli strumentisti e aiutato dall’intraprendente impresario, Senofonte Demitry. Qualche componente,ancora vivente, ricorda che molti brani da loro eseguiti erano composti ed orchestrati direttamente dal Raia. Nel 1949 muore la moglie Elena.
Nel corso della commovente cerimonia funebre il maestro fece eseguire dalla propria banda una marcia funebre da lui stesso composta.
Nella vicina cittadina di Sant’Anastasia, intanto, il maestro Raia, con l’appoggio del Comune e dell’ A.N.B.I.M.A. (Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome fondata nel 1955) realizzò dei corsi e seminari di musica che promuovevano e favorivano l’educazione e la formazione musicale dei giovani.
Emergono in questo periodo tre suoi allievi anastasiani che onoreranno gli insegnamenti ricevuti: M° Visone Francesco (Primo oboe nell’Orchestra Scarlatti di Napoli), M° Romano Vincenzo (Prima tromba nell’Orchestra della Rai di Palermo), M° Vincenzo Tufano (Prima tromba nella banda della Divisione Fanteria Cremona di Torino).
Le sofferenze accumulate dopo la morte della moglie e la mancanza del suo affetto portarono il Maestro, a condurre una vita molto disordinata, malgrado ciò continuava tenacemente l’opera con i suoi allievi.
Nel frattempo si era impegnato anche a Somma nel riproporre i corsi musicali ANBIMA con l’istituzione di una sede di studi nei locali delle scuole elementari insediate nel complesso monumentale di San Domenico, da cui emersero altri quattro maestri attuali nelle persone di Giuseppe Cangiano (clarinetto), Antonio Seraponte (tromba), Giuseppe Sepe (corno) e Luigi Auriemma (tromba).

Antonio Seraponte, Giuseppe Cangiano, Giuseppe Sepe e Luigi Auriemma


Nella stagione artistica 1956 alla direzione musicale del Gran Complesso Bandistico Vocale Città di Somma Vesuviana troviamo il M° Comm. Giuseppe Rampetti, mentre l’anno successivo, nel 1957, la direzione della stagione artistica fu affidata al M°Aniello Annunziata di Ottaviano.
Il 5 febbraio 1965 alle ore 10 del mattino, sostenuto dagli affetti familiari, il maestro Pasquale Raia spirò nella sua casa in via Collegiata.
Dopo la morte del maestro Raia ebbe inizio la graduale e definitiva disgregazione della musica bandistica locale a Somma Vesuviana.
Ai lontani anni gloriosi, seguirono decenni e decenni di assenza quasi totale di organizzazioni musicali sommesi, con la sola eccezione di un piccolissimo tentativo fatto sotto la gestione comunale del sindaco Alfonso Auriemma insieme al maestro Giovanni Auriemma, che non ebbe i risultati previsti.
Rimane, però, nel cuore di molti sommesi l’amore per la musica e la passione per le bande che si manifesta annualmente in occasione della festa patronale, quando il fantasma d’’o maestro ‘e musica torna a vivere tra di noi.

Elenco dei musicanti
Gaetano Raia (dirigente artistico)
Aniello Sodano (sarto della banda)
Stefano Bianco (clarinetto)
Arcangelo Nocerino (clarinetto)
Mauro Seraponte (trombone)
Giuseppe Bocchino (basso tuba)
Alessandro Masulli (flicornino mib)
Antonio Marsilio (grancassa)
Nunzio Di Guido (percussioni)
Antonio Iossa (clarone)
Gennaro Cimmino (piatti)
Giuseppe Cimmino (flicorno soprano)
Antonio Di Mauro (clarinetto)
Domenico Perillo (clarinetto)
Salvatore Raia (clarinetto)
Michele Auriemma (flicorno baritono)
Pasquale Bocchino (flicorno baritono)
Luigi Capasso (flicorno tenore)
Gennaro Ambrosino (oboe)
Vincenzo Nocerino (tamburo)
Gaetano Bocchino (flicorno baritono)
Vincenzo Sepe (corno francese)
Vincenzo Sodano (flicorno baritono)

Audio Biografia di Raia

Bande musicali della Provincia di Napoli attive nel 1872

Nella metà dell’Ottocento non c’era città o paese piccolo o grande nel Meridione che non avesse le propria fanfara oppure una banda musicale. La musica, roba da ricchi, si ascoltava nei lussuosi palazzi baronali, negli ampi saloni dei castelli nobiliari e nei circoli culturali. Ai poveri paesani quella musica era interdetta. Le opere liriche, trascritte per banda ed eseguite nelle casse armoniche durante le feste patronali, costituirono per molti l’unico modo per accostarsi alla musica e apprezzarne il fascino evocativo. L’ascolto della banda esaltava e commuoveva. Nasceva l’epoca del furore artistico delle bande meridionali, dirette da grandi e appassionati maestri e ovunque si sviluppava una naturale cultura bandistica, come si evince dall’elenco pubblicato. Falegnami, bracciali, operai, muratori e calzolai abbandonarono per un attimo il proprio lavoro e iniziarono a solfeggiare e a intonare uno strumento. I musicanti, così denominati, schierati in uniforme iniziarono così a guizzare ai gesti del maestro di turno, le luminarie brillavano sugli ottoni, il popolo iniziava a fare brevi e sommessi commenti sui pezzi eseguiti. A quell’epoca per fanfara si intendeva un piccolo complesso bandistico nel senso moderno. Oggi, invece, esiste una sostanziale differenza tra fanfara e banda: in Italia il termine fanfara designa un complesso musicale composto da solo ottoni di vara estensione, timbro e con l’eventuale aggiunta di strumenti a percussione e la sua struttura è diversa da quella della banda dove sono invece presenti anche strumenti ad ancia e flauti.

1) Agerola aveva due bande: la prima fu istituita nel 1820 da Patrizio Apuzzo con 17 elementi. Sostenuta da privati, era diretta dal Maestro Coccio Giuseppe; la seconda, invece, con 21 elementi, fu istituita nel 1841 da Matteo Avallone ed era diretta dal M° Fusco Giuseppe;
2) Afragola aveva una banda istituita nel 1865 dal Municipio con 28 elementi (capo Daino Francesco);
3) Barra disponeva di un complesso musicale bandistico, fondato nel 1860 dal Municipio con 23 elementi (capo Profuma Antonio);
4) Boscoreale aveva una banda istituita nel 1854 da Nicolò Pinelli con 12 elementi (capo Casulli Ulisse);
5) Cardito aveva, invece, una scuola di strumenti a fiato fondata nel 1845 dall’Orfanotrofio Loffredo e, con essa, una banda composta da 18 elementi (capo Fusco Alessandro). Una seconda banda fu istituita nel 1865 col sostegno di privati e composta da 13 elementi (capo Buonomo Biagio);
6) Castellamare disponeva di una banda municipale nel 1860 con 18 elementi (capo Bellisario Vincenzo);
7) Forio aveva una banda fondata nel 1851 da privati e sussidiata dal Municipio con 18 elementi (capo Del Deo Filippo);
8) Giugliano in Campania aveva una banda istituita nel 1867 da Aniello Palumbo con 25 elementi, mantenuta da privati (posto del direttore vacante);
9) Gragnano ebbe la sua prima banda nel 1862 grazie al sostentamento di privati e composta da 14 elementi (capo Serrao Giuseppe);
10) Marano, invece, aveva una scuola di strumenti a fiato istituita nel 1861 dal Municipio; più tardi, nel 1868, fu istituita una banda musicale dal Municipio con 27 elementi (capo Giarusso Pietro);
11) Ponticelli disponeva di un complesso bandistico municipale nel 1868 con 21 elementi (capo Moschelli Gaetano);
12) Portici ebbe la sua banda municipale nel 1861 con 30 elementi (capo Paolo Ruggiero) e dieci anni dopo (1871) una fanfara con 30 elementi istituita da privati (capo Pecoraro Pasquale);
13) Pozzuoli aveva una scuola di strumenti a fiato (capo Faticati Domenico) e una sua banda municipale (capo Barberi Luigi) con 29 musicanti già nel 1861;
14) Resina, invece, ebbe la sua banda municipale già nel 1865 con 25 elementi (capo Leo Andrea);
15) San Giovanni a Teduccio aveva il suo complesso bandistico municipale nel 1870 con 29 elementi (capo Cretello Ferdinando);
16) San Pietro a Patierno ebbe la sua banda municipale nel 1871 con 28 elementi, mantenuta da privati (capo Legier Giuseppe);
17) Sorrento aveva una banda istituita nel 1864 con 18 elementi grazie all’interessamento di privati (capo Grandeville Antonio);
18) Torre del Greco, invece, ebbe la sua banda municipale nel 1862 con 30 elementi (capo Polese Luigi);
19) Somma Vesuviano aveva una fanfara già nel 1847, istituita da Vincenzo Casillo, mantenuta da privati e sussidiata dal Municipio, con 19 elementi (capo Brunelli Francesco);
20) Sant’Anastasia aveva una sua fanfara municipale nel 1864 con 18 elementi (capo De Luca Luigi);
21) Casalnuovo ebbe la sua fanfara municipale nel 1857 con 20 elementi (capo De Stefano Luigi);
22) Napoli, infine, aveva sei bande musicali da 35 elementi cadauna e tutte istituite nel 1860 dal Municipio. Nell’anno 1871 – 72, anno della rilevazione statistica, erano dirette dai Maestri Gatti Domenico, Fortucci Raffaele, Savoia Paolo, Falcone Luigi, Caccavoio Luigi e Farallo Stanislao.

Le origini del complesso musicale di Sant’Anastasia risalgono al 1767, quando il sig. Vincenzo Iorio, sergente di una compagnia militare, propose al sig. Luigi Maione, residente in via Capodivilla, di provvedere all’istruzione musicale dei suoi figli. Dopo aver acquistato diversi strumenti musicali, il Maione iniziò le lezioni e ben presto altri ragazzi seguirono il maestro. Nacque così la brillante avventura della banda musicale di S. Anastasia. Nel 1801 fu nominato, in qualità di direttore, il Maestro Benelli Francesco di San Giorgio a Cremano, seguito, nel 1844, da Giacinto Sorrentino che dirigeva oltre 40 elementi. Nel 1866, il Consiglio comunale decretò la nomina di direttore della fanfara cittadina del Cavalier Giuseppe Coppola, noto compositore e affermato maestro di musica. Sotto la sua direzione la banda musicale ottenne notevoli successi di pubblico, grazie anche alla presenza della prima tromba, Giuseppe Visone, abitante alla frazione Ponte di S. Anastasia. Nel 1896, sotto la guida del maestro Francesco D’Alise, la banda ottenne un premio speciale dall’Amministrazione comunale per aver eseguito in modo magistrale il Barbiere di Siviglia, che suscitò applausi e felicitazioni da tutto il popolo anastasiano.

Il maestro Raia con alcuni artisti



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