CARLO DE VITA

Dopo la piazza centrale e l’Azione Cattolica, il Cinema Arlecchino era il luogo d’incontro negli anni cinquanta – sessanta dei giovani sommesi. Un luogo privilegiato, che faceva sognare, riscattare ed educare le generazioni di quell’epoca.
Si viveva impastati nei fotogrammi dell’epoca, si rubavano la parole alla celluloide, si respiravano mondi distanti solo un panno bianco. Nelle lunghe estati delle infanzie – ma anche nei pomeriggi dopo la scuola e lo studio – era diventato il luogo dove ciascun ragazzo poteva essere Brancaleone, Maciste, l’ultimo dei Moicani, Ringo o Lancillotto, come afferma il prof. Ciro Raia. Carlo De Vita era il proprietario: un uomo dal carattere dolcissimo, nato nel 1933, sempre sorridente, dalla voce baritonale. Dire Carlo significava dire cinema a Somma. Era l’erede, infatti, di una famiglia che aveva ripreso l’antica tradizione dei film muti in una vecchia sala di Rione Raimondi, era passata al cinema Impero di via Gramsci dal 1937 al 1957, all’arena Torino all’interno dell’omonimo palazzo (ora Municipio) e, da ultimo, alla sala del cinema Arlecchino in via Roma, la sala da seicento posti invidiata da tutti i paesi limitrofi, oggi Teatro Summarte. Ogni giorno della settimana aveva un suo genere: i kolossal, le prime visioni di zona, i film d’essay, i filoni popolari. Di giovedì, invece, una vecchia auto con altoparlante annunciava la serata popolare a prezzi popolari. Il cinema Arlecchino era un po’ il vanto di Somma Vesuviana: arioso, spazioso, multicolore nelle luci, acusticamente valido. Era stato inaugurato il 27 novembre 1954. Nell’occasione fu proiettato “La figlia del reggimento” con Antonella Lualdi, Isa Barzizza e Carlo Croccolo. Il giorno dopo era stata la volta del kolossal “Giulio Cesare” con Marlon Brando. I giorni trascorrevano tra la cassa, la sala di proiezione e la cabina, dove un addetto arrotolava e srotolava pellicole e cuciva fotogrammi. Una folla immensa si accalcava alle porte e, specie nei giorni festivi, un addetto staccava biglietti, alzava la voce, invitava i più rumorosi al silenzio, girava tra le poltrone, si affacciava nei bagni e apriva le porte. C’era il barista, ma c’era anche l’operatore sempre attento al riavvolgimento della pellicola, ai rappezzi dei fotogrammi, alle proteste degli spettatori quando la pellicola si spezzava, continua il prof. Raia. Don Carlo, il proprietario, partiva per Napoli per recarsi alle case di distribuzione cinematografica, che erano tutte ubicate in Calata Trinità Maggiore. Sui sedili posteriori della sua Fiat 500 Giardiniera, di colore bianco, erano posizionate le pellicole dei film nelle scatole di ferro. Bisognava accaparrarsi, a tutti i costi, la prima visione di zona e poi, provvedere a farle recapitare al locale di un altro paese. Poi, all’improvviso, il tonfo, il silenzio e il vuoto. La struttura maestosa si perse nella sua solitudine. Le crescenti difficoltà portarono rapidamente alla crisi quella che all’inizio si era dimostrata una fortunata iniziativa. Nonostante ciò, Don Carlo De Vita, pur non vendendo la sua struttura molto richiesta, decise di proseguire sperando in un miglioramento della situazione. Ma ogni speranza di rilancio fu vana. Quando, il 3 gennaio (2020) pomeriggio, è partito il corteo funebre, dietro la bara di “Don” Carlo c’erano i familiari e insieme gli amici di sempre: ma c’erano pure – conclude il prof. Ciro Raia – Eduardo Nottola (Rod Steiger), Ramòn Rojo (Gian Maria Volontè), Mathilde Bauchard (Fanny Ardant), Guido Carani (Amedeo Nazzari) e tanti altri ancora. Per tutti era Don Carlo del Cinema Arlecchino.

Ciao Carlo, mi manchi tanto, non ti dimenticherò mai: il ricordo del prof. Michele Napolitano

Sarai nel mio cuore per sempre. Sei stato, e per me continuerai ad esserlo da lassù, un esempio fulgido di rettitudine e moralità.
E’ difficile elencare le tue mille virtù, che io ammiravo con stupore; io stesso mi accorgo, solo adesso, di non riuscire a ricordarti se non attraverso la misura, l’onestà, il garbo, l’equilibrio, la giustizia, il senso del dovere, la correttezza, il pudore, la discrezione, l’ordine, la dolcezza, la precisione e la puntualità spesso al limite della maniacalità. Qualità queste che ti hanno sempre contraddistinto, ma anche valori d’altri tempi e d’altri uomini, perché rari e sconosciuti ai più, ma amministrati ed esercitati con ostinazione e una naturalezza, che parlava una lingua verace, schietta, tanto nel privato, tra gli affetti della tua amata famiglia, quanto nel pubblico, tra gli amici fidati.

Da vero maestro di vita hai cercato di trasmettermi alcuni di quei valori che ancora oggi mi ispirano. Credo, e anzi ne sono certo, che anche tanti altri amici, pur non avendo avuto il piacere e il privilegio di godere della tua quotidiana frequentazione, condividano quanto detto.
La nostra amicizia è durata sessantacinque anni ed è stata puntellata, quasi sempre, da momenti belli, felici e divertenti, come quelli fissi del martedì quando, col tuo fedele factotum Mimì De Luca, ti accompagnavo alle case cinematografiche napoletane del Gesù e lì, in qualche modo, tra agenti e impiegati della Titanus, della Cineriz, dell’Universal e della MGM, riuscivo a sentirmi quasi dell’ambiente. Poi, il salto successivo da Lombardi a goderci tranquillamente una pizza quando la pellicola, ahimè, arrivava in ritardo dalla Calabria. Ecco, solo ora, un nugolo di tanti piccoli episodi, gesti, occasioni, discussioni, eventi e ragionamenti, affolla la mia malinconica mente.

Ti saluto, amico mio, ti abbraccio con affetto sincero e col cuore gonfio di commozione. Ti auguro di poter beneficiare, finalmente, di una pace ancora più consolante di quella che avevi il dono di ravvisare, nonostante le sofferenze patite durante gli ultimi giorni. Quella pace che, spero, adesso hai ritrovato al cospetto e in compagnia di Dio, degli Angeli e dei Santi.
Somma Vesuviana, lì 4 febbraio 2020

FRANCO RAGOSTA (1949 – 2018)

Franco Ragosta nasce a Somma Vesuviana il primo agosto del 1949 e ivi muore il primo settembre del 2018. Per ben 42 anni ha svolto il ruolo di docente di disegno tecnico – geometrico presso il Liceo artistico di San Gennaro Vesuviano in provincia di Napoli, facendosi promotore di corsi di alfabetizzazione informatica e di aggiornamenti per i colleghi docenti dell’istituto. Un’esperienza questa portata anche all’attenzione dei cittadini sommesi presso la civica biblioteca in Piazza Vittorio Emanuele III. Esperto designer, un maestro di vita comprensivo, affettuoso, sempre disponibile. Grazie al suo paziente e volontario contributo, l’Archivio storico cittadino è riuscito a digitalizzare una parte cospicua del Fondo Stato Civile, l’intero Catasto Onciario del 1744 e tantissime e pregevoli documentazioni della vita storico – politica della nostra Comunità. Lo ricorderemo attraverso tutte le sue meritorie opere: un uomo che ha contribuito notevolmente al recupero della memoria storica del suo paese e del territorio, approfondendo in particolar modo la storia, l’arte e l’architettura. Un uomo che ha cercato di educare alla conoscenza e all’uso consapevole del patrimonio culturale come mezzo per l’apprendimento del reale e della complessità. A tal riguardo nel 2014 ha collaborato con l’Assessorato alla Cultura alla produzione di un DVD dedicato ai Tesori artistici, storici e religiosi di Somma Vesuviana. Nel 2016, da designer, l’opuscolo dedicato alla storia antica della Parrocchia di San Michele Arcangelo. Ultimo, nel 2017, il suo notevole contributo alla rassegna la Luce nell’Arte e nella Scienza dell’Associazione internazionale Hypatiae Arte e Scienza.

ROSA DE MARTINO

Rosa Maria Luisa De Martino nacque a Somma Vesuviana in via Croce, attuale Piazza San Giuseppe Moscati, il 22 giugno 1920 da Luigi, di condizione negoziante, e da Maria Grazia Capasso. Iniziò gli studi musicali con il famoso pianista e compositore Terenzio Gargiulo (1903 – 1972) e su consiglio di questi si iscrisse nel prestigioso Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli dove si diplomerà in pianoforte nella sessione estiva dell’anno accademico 1940/41. Continuò gli studi acquisendo, sotto la guida del Maestro Aladino Di Martino (1908 – 1989), la consapevolezza e la naturalezza nella tecnica pianistica. Cominciò la sua carriera affiancando sul palco cantanti lirici solisti tra cui il famoso soprano Toti dal Monte (1893-1975). Offrì la sua esperienza didattica e pedagogica impartendo lezioni di pianoforte a Madonna dell’Arco, piccola frazione del Comune di Sant’Anastasia, presso i Domenicani.Rosa De Martino (1920-2001) Tra i suoi giovanissimi allievi anastasiani ricordiamo i nomi di Antonio Merone, alto magistrato; Antonio De Simone, archeologo di fama internazionale; Luigi De Simone, medico e regista teatrale. Dopo anni di attività pianistica si convinse a sostenere il concorso come docente di musica. Dedicherà tutta la sua vita all’insegnamento, iniziando la sua attività per quattro ore settimanali nella Scuola Magistrale Cristo Re di San Giuseppe Vesuviano dal 1953 fino al 1959, in qualità di insegnante di canto. La sua attività proseguì, dapprima, nella Scuola Media G. D’Annunzio di Ottaviano e successivamente nella Scuola Media San Giovanni Bosco del suo paese natio dove si stabilì definitivamente. Era amata dagli alunni sia perché conosceva in profondità la sua materia che insegnava, sia perché era sempre disponibile per i ragazzi più lenti nell’apprendimento. Amava il canto corale che costituiva per lei un momento centrale del suo progetto didattico. Tanti alunni, grazie ai suoi insegnamenti, furono stimolati all’approfondimento della musica, divenendo apprezzati musicisti. Coltivava l’amore per la musica classica napoletana, di cui possedeva più di un centinaio di spartiti musicali. Nei momenti più importanti della liturgia cattolica non mancava mai il suo apporto e la sua bravura all’organo della Chiesa di San Domenico e di San Giorgio: a tal riguardo, ancora oggi, in paese ricordano le sue esecuzioni la sera del Giovedì Santo. Collocata in quiescenza, si spense a Somma il 26 gennaio del 2001.

GIOVANNI AURIEMMA

Maestro AuriemmaGiovanni Auriemma nacque a Somma Vesuviana nel 1937, si diplomò da privatista agli inizi degli anni settanta in clarinetto al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Prestò la sua opera in vari spettacoli teatrali con artisti del calibro di Domenico Modugno, Claudio Villa, Nino Taranto e Eduardo De Filippo. Partecipò ai lavori discografici di Roberto De Simone e Nino Rota, collaborando con varie orchestre. Dedicò la sua vita a tramandare ai più giovani l’amore per la musica sia attraverso l’insegnamento nella Scuola Media Statale San Giovanni Bosco del suo paese, sia cercando di ricostituire la civica banda, istituendo corsi musicali per giovani ragazzi. Attività e meriti che gli valsero nel 1987 la nomina a Cavaliere della Repubblica. Componente della Consulta musicale cittadina, compose una marcia sinfonica dal titolo Omaggio a Somma Vesuviana, che dura quattro minuti e trenta secondi. Pubblicò una serie di pregevoli manoscritti per solfeggio. Dopo Enrico Cecere e Pasquale Raia, la sua figura ha determinato fortemente la storia musicale del nostro territorio. Morì a Somma Vesuviana il 14 dicembre del 2014 all’età di 77 anni.

ANTONIO SERAPONTE

Antonio Seraponte
Il maestro Antonio Seraponte è stato una delle figure di grande prestigio del panorama musicale napoletano. Nasce a Somma Vesuviana nel 1951, ultimo di sette figli fu avviato dal padre Mauro, sarto e musicante, allo studio dei primi rudimenti della tromba con il maestro Pasquale Raia (1909 – 1965). Più tardi, divenne allievo del Maestro Renato Marini, docente di tromba al Conservatorio napoletano di San Pietro a Majella e prima tromba della Rai di Napoli. Diplomatosi con pieni voti nel 1972, iniziò la sua carriera di musicista, impegnato nelle più importanti istituzioni musicali e concertistiche: durante il periodo militare, prestò servizio con la sua tromba nella Banda Nazionale della Guardia di Finanza e più tardi a Roma al Teatro dell’Opera nelle stagioni estive alle Terme di Caracalla. Antonio ha legato il suo nome a diverse trasmissioni televisive tra cui Napoli prima e dopo con l’orchestra diretta dal M° Giuseppe Anèpeta. Insegnante di musica prima ad Avellino, poi a Lioni e, dopo qualche anno, a Somma Vesuviana presso la Scuola Media Statale Summa Villa, ha educato per diversi anni intere generazioni di cittadini sommesi, lasciando in ognuno di essi un segnale indelebile di affetto, di competenza e di professionalità. All’interno della Consulta Musicale è stata importante e fondamentale per tutti la sua esperienza. La morte lo colse improvvisamente la notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio 2011, lasciando in ognuno di noi un profondo vuoto. Proprio nel 2011, per ricordare il valente Maestro Seraponte, fu costituita una associazione culturale – musicale in sua memoria con lo scopo principale di istituire, nel tempo, un complesso bandistico composto da giovani e appassionati figli di questa terra. Oltretutto l’associazione organizza ogni anno una rassegna musicale con l’obiettivo di proporre e individuare nuovi talenti musicali.

GIUSEPPE NOTA

NotaGiuseppe Nota nasce a Giugliano in Campania il 19 luglio 1948. Consegue il diploma in pianoforte il 3 ottobre 1969 nel noto Conservatorio di musica San Pietro a Maiella di Napoli e segue parallelamente studi di sociologia con alcune prime esperienze di fitoterapeuta presso l’Istituto Villa Adele a Napoli.
Dal 1981 al 1990 è docente vicario presso la Scuola Media Statale 1^ Console di Bagnoli. Dopo il suo matrimonio nel 1987 con la sommese Dora Romano si trasferisce nel 1989 a Somma Vesuviana e dal 1991 inizia a insegnare educazione musicale nella Scuola Media Statale San Giovanni Bosco. Nel 2004, infine, il trasferimento nell’istituto comprensivo Summa Villa dove rimarrà in carica fino alla sua morte sopraggiunta il 18 dicembre 2013 a Somma Vesuviana. Membro della Consulta Musicale Cittadina nel 2001, fiduciario della Condotta Vesuviana interna Arcigola Slow Food, con la sua passione e le sue competenze ha sempre saputo coinvolgere i propri alunni e i propri colleghi in tante iniziative culturali e musicali e si è sempre impegnato con dedizione in ruoli di responsabilità fino ad ottenere i risultati voluti. Persona leale e affabile, uomo entusiasta della vita, sempre assetato della conoscenza, Giuseppe ha lasciato in tutti noi tutte quelle esperienze, che ancora oggi ci fanno ripartire con quell’entusiasmo che tanto lo contraddistingueva.

FEDERICO AMBROSANIO

federicoMusicista, poeta e artista. Nasce a Napoli il 5 novembre 1974. Affermato clarinettista, aveva studiato musicologia a indirizzo pedagogico presso l’Università di Salerno. Referente di progetti artistici e culturali presso l’associazione il Pioppo di Somma Vesuviana, aveva in passato portato il suo sostegno agli operai di Pomigliano d’Arco. Ha collaborato con vari istituti scolastici nella realizzazione di progetti musicali e teatrali: il coro Armonia Mundi del Secondo Circolo Didattico di Somma nacque proprio da una sua idea, divenendo nel tempo uno strumento didattico formidabile per avvicinare i bambini alla musica e all’espressione artistica nel suo complesso, per costruire rapporti di collaborazione e non di competizione, per offrire l’opportunità a ciascuno di esprimere e comunicare il meglio di sé e, nel contempo, di provare divertimento e piacere di vivere. Innamorato di Somma e del quartiere Casamale, dove viveva con la sua dolce compagna, e della sua cultura popolare, riusciva quest’ultima a renderla straordinariamente attuale e nel farla rivivere, la reinterpretava e reinventava, anche forte delle conoscenze apprese in tanti anni di studio al Conservatorio. Il 10 gennaio 2014 la Giunta Comunale lo nominava membro della Consulta Musicale Cittadina. Un uomo di cortesia infinita, fedele alle amicizie, di grande e ricca umanità. Stroncato da un morbo ribelle ad ogni cura si spense a Castellammare di Stabia l’8 agosto 2014 all’età di 40 anni.

DANIELE SACCONE

Daniele Saccone nasce a Paduli, in provincia di Benevento, il 29 novembre 1965. All’età di 6 anni si trasferisce con la famiglia a Forio d’Ischia e qui, insieme al fratello, inizierà a frequentare una scuola di musica parrocchiale dove imparerà a suonare i primi rudimenti del flauto traverso. Le condizioni di lavoro del padre, però, lo porteranno a spostarsi nella città di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli.
Nel 1976/77 si iscrisse, dapprima, al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, dove iniziò un primo e importante percorso di studi e, successivamente, decise di trasferirsi al Conservatorio di Musica Domenico Cimarosa di Avellino, dove si diplomerà nel 1986, ricevendo anche il titolo onorifico del più piccolo flautista d’Italia. La sua carriera inizierà con il complesso Bandistico Città di San Giorgio Ionico, diretto dal famoso direttore M° Nicola Centofanti. I suoi studi e le sue ricerche, ma soprattutto il suo amore per la banda musicale, lo porteranno a diplomarsi nel 1993 in strumentazione per banda ad Avellino. Nel 2000 ad Ischia Daniele iniziò a collaborare con l’organista russo, Olegregorievic Jancenko, con il quale eseguirà numerosi concerti per flauto traverso e organo. Collaborerà, in seguito, con il M° Franco Patalano e la sua Big Sol Band e con l’orchestra di Mediaset Canale 5, curando trascrizioni e arrangiamenti musicali.

Daniele Saccone

Daniele Saccone

Nel 2003 compose La Befana, Amico Computer e Stella Cometa per la famosa trasmissione Zecchino d’Oro. Due suoi brani, Sogno e La mia Libertà, sono entrati nello scenario musicale della nostra canzone italiana. Intanto dal primo settembre del 2000 Daniele Saccone diventerà docente di ruolo in una delle scuole medie di Ischia e qui, nel paese dei primi passi musicali, coronerà il suo sogno, dirigendo la banda musicale di Forio d’Ischia, intitolata a Papa Giovanni XXIII. Sempre come direttore di banda sarà impegnato dal 2006 al 2008 con il complesso musicale Aurora di Panza d’Ischia, rimpiazzando il M° Gioacchino Migliaccio. E’ il periodo della composizione di due marce bandistiche intitolate Flautando e Serena, molto eseguite tuttora nell’isola e nel baianese.
Il 7 luglio 2009 Daniele conseguirà, con il massimo dei voti, il diploma accademico in Discipline Musicali Jazz di II Livello al Conservatorio di Musica S.Pietro a Majella. Dopo anni trascorsi a Ischia Daniele si trasferirà definitivamente con la sua famiglia a Marigliano, insegnando nella Scuola Media Statale San Giovanni Bosco di Somma Vesuviana, dove ritroverà tanti amici con i quali aveva trascorso molti momenti della sua vita musicale. A scuola il suo ruolo non si limitava solo a quello di insegnante, ma prestava forti attenzioni soprattutto ai ragazzi in difficoltà, coinvolgendoli nell’attività musicale.
Ovunque ha insegnato, ha fatto in modo da lasciare traccia della sua competenza e bravura, trasmettendo con impegno ed immensa passione le sue conoscenze. La morte lo colse giovanissimo all’età di 51 anni, lasciando un vuoto incolmabile in tutti i suoi cari.

VITTORIO RAGOSTA

Vittorio Ragosta nasce a Somma Vesuviana il 21 febbraio 1942. La sua vita fu fatta subito di note musicali, ma soprattutto di forti emozioni legate ai mille sacrifici per gli anni di studio. Si diplomò in pianoforte e canto al Conservatorio Statale di Musica Carlo Gesualdo da Venosa di Potenza ed iniziò a insegnare educazione musicale in provincia di Avellino, stabilendosi definitivamente nella Scuola Media Statale di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli.

M° Vittorio Ragosta


Nel tempo libero si dedicò alla poesia, con la quale riuscì ad esprimere i suoi sentimenti di affetto per la famiglia e di rispetto per la società, partecipando a numerosi premi internazionali e nazionali e riscuotendo successi, consensi e vivo apprezzamento. A tal riguardo ottenne un diploma d’onore al Concorso Nazionale di Poesia – Arte Visiva Adele Semino che si svolse con enorme successo dal 1978 al 1983 nel Comune di Campomorone in provincia di Genova. Conseguì successivamente il diploma di Direzione di Banda a Potenza. Uomo assetato di amore, il prof. Ragosta fece della propria vita una missione di bene. La sua voce di tenore era agile e carezzevole di espressione, anche se non predilesse il genere operistico. Fu il nostro simbolo della canzone napoletana con il brano sul tema dell’emigrazione Voglio turnà a Napule nel secondo festival della canzone organizzato dall’A.C.A.I.A. (Associazione Culturale Assistenziale Italo – Americana). A Casalnuovo nel primo festival della Canzone Casalnuovese, abbinato al concorso Voci Nuove, ottenne un diploma d’onore per la canzone Sei cara per me, mentre a Somma Vesuviana il suo ricordo è legato ancora alla partecipazione di una prima sagra canora nel vecchio Cinema Arlecchino con la canzone Si avvicina Primavera. Una carriera ricca di successi, encomi e riconoscimenti. Vittorio Ragosta è stato sempre un artista alla ricerca delle vibrazioni della bellezza e della verità, in un mondo nel quale vengono ancora oggi vengono deprezzati i valori dello spirito e dell’anima, mentre annega nella malvagità ogni senso di giustizia e di verità. La sua morte giunse a Somma Vesuviana in via Mazzini il 29 dicembre 2002.

VINCENZO DI DONATO

Vincenzo Beniamino Di Donato nasce a Somma Vesuviana il 29 maggio del 1885 in Strada Trivio da Angelo Maria (1852 – 1887) di condizione scribente e Giulia Torre, casalinga. Sposò Corso Genoveffa il 30 gennaio del 1928 (matr. civile) a Napoli, Quartiere San Ferdinando. Genoveffa Corso era originaria del Veneto, essendo nata a Preganziol, in provincia di Treviso. Il nostro musicista sommese – come riporta il musicologo Marino Anesa (1948 – 2014) nella sua opera Dizionario della Musica Italiana per Bande – studiò tromba con Federico Bascone e contrabbasso con Salvatore Caro. Dopo essersi dedicato all’attività di concertista di cornetta, continuò gli studi di armonia e contrappunto con Camillo De Nardis a Napoli. Si trasferì poi a Pollica ove gli fu affidata la direzione della banda cittadina e l’istruzione musicale dei giovani apprendisti. Compose musica per mandolino e brani pianistici. Tra le sue composizioni ricordiamo alcune marce sinfoniche: Canto di Primavera, Risveglio bandistico, Festa regale e Rondò eroico. Morì a Napoli il 2 aprile del 1953 nella sua casa in Corso Garibaldi 131 all’età di settantuno anni (Atto 320, P. I).

Targa in memoria dei Maestri e musicanti

Alessandro Masulli

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